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giovedì 9 febbraio 2012

Zdenko Bašić. Alice's Adventures in Wonderland

E' un libro per i più curiosi quello di Zdenko Bašić, pieno di porte e finestre segrete da aprire ed esplorare. Alice è una delicata e fragile bimba dai grandi occhi azzurri; la sua esile figura ricorda sia l'eleganza delle marionette animate della tradizione russa sia quelle "bimbette" protagoniste del Pop Surrealismo. Tanto sembrano reali alcuni particolari del suo abbigliamento e dei suoi capelli, e pare quasi di poterli toccare, quanto il suo incarnato e l'aspetto trasognato, invece, la rendono effimera, come una creatura fatata. Wonderland e i suoi personaggi hanno i piedi ben piantati per terra. Sembra quasi il negozio di un rigattiere; puoi trovarci le chicchere della vecchia zia, l'orologio a cucù del nonno e tutte quelle cianfrusaglie piene di ricordi. Comodamente seduta al centro della sua cucina, in questo mondo strampalato The Ugly Duchess la fa da regina. 
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Titolo: Alice's Adventures in Wonderland
AutoreZdenko Bašić, Harriet Castor, Lewis CarrollJake da Costa, Joanne Little
Testo: Harriet Castor (rivisitazione)
Illustratore: Zdenko Bašić
Progetto grafico di copertina: Jake da Costa, Joanne Little
Dimensioni:  29x24 cm
Pagine: 26
Copertina: rigida
Illustrazioni: 29 tavola a colori pop-up
Lingua: inglese
Editore: Barrons Educational Series, Inc. 250 Wireless Blvd, Hauppage NY, 11788, USA, tel:+01-800-645-3476
e-mail: fbrown@barronseduc.com, sito: www.barronseduc.com
Edizione: 2010 
Stampa: dicembre 2009 presso Leo Paper Products Ltd., Heshan in Cina
ISBN: 0-7641-6333-7
EAN: 978-0-7641-6333-3
$ 18.99


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Regalato da Antonio il 18 gennaio del 2012 a Carlisle PA.
Acquistato a gennaio del 2012 su Amazon.com.

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Biografia di Zdenko Bašić

E' un illustratore croato contemporaneo. E' nato il 27 gennaio 1980 a Zagabria città in cui si è formato. Nel 1999 si è diplomato al Department of Graphic Design alla School of Applied Art and Design, e nel 2005 si è laureato al Department of Animation dell'Academy of fine Arts, con un filmato realizzato in stop motion della durata di 10 minuti. Il cortometraggio s'intitola Snow Story: Angels in Snow e gli consente di vincere il premio come miglior studente laureato. Tra il 2000 e il 2001 ha creato un progetto costume-ambiente dal titolo Witch's Office che è stato presentato durante il carnevale di Zagabria e di Samobor. Nel 2002 ha iniziato a pubblicare illustrazioni e d'allora ha illustrato tanti libri, copertine per libri di testo scolastici e riviste.
Dal 2004 ha cominciato a cooperare con il The Merlin Theatre come costumista, scenografo e grafico e dal 2006 con The Bright Agency e con diversi editori inglesi. Dal 2007 è entrato nella Croatian Freelance Artists Association l'anno precedente è diventato membro dell'ULUPUH (Associacione degli artisti per le arti applicate).
Nel corso della sua carriera ha vinto diversi premi come: il The Grigor Vitez Award nel 2005 per le migliori illustrazioni nei libri per ragazzi e nei libri illustrati, il secondo premio per The First Croatian Biennale Of Illustration in Zagreb nel 2006, il premio The sheep in a Box per il miglior libro illustrato croato con The Story of Chocolate e sempre nel 2006 e con lo stesso libro, il premio Kiklop per il miglior desig. Nel 2008 vince nuovamente il The Grigor Vitez Award, nel 2009 il Gran Prix per il miglior film e un premio per il miglior corto per il festival Dani Hrvatskog filma a Dubrovnik. Nel 2010 l'ULUPUH gli ha conferito un premio come migliore giovane artista dell'anno. Zdenko Bašić ha esposto i suoi lavori in diverse mostre come: Bratislava Illustration Biennale, First Imam Ali International Painting Simposium a Teheran, 13th International Symposiun of Painting in Slovenia, Puppet in Illustration and Animated Film Exhibition a Fuzien, Zagabria e a Sarajevo.

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Alcuni titoli pubblicati

Bašić, Zdenko. Dalmi I Brojevi. Zagreb: Sretna knijga, 2000.
Sørensen, Đurđica, Zdenko Bašić. Najljepše Andersenove Bajke: I. Zagreb: Sretna Knjiga, 2003. 
Golubić, Rajna, Zdenko Bašić. Najljepše Grimmove Bajke: I. Zagreb: Sretna Knjiga, 2004.
Bowler, Bill, Zdenko BašićThe Faithful Ghost, and Other Tall Tale. Oxford, UK: Oxford University Press, 2008.
Bašić, Zdenko. The Cleverest Spider. New York, NY: Sterling Pub, 2008.
Castor, Harriet, Zdenko Bašić, Lewis Carroll. Lewis Carroll's Alice's Adventures in Wonderland. Hauppauge, NY: Barron's Educational Series, 2010.
Cooper, Louise, Zdenko BašićDer Fluch Der Meerjungfrauen: Bd. 1. Hamburg: Klopp, 2010.
Cooper, Louise. Zdenko Bašić. Der Fluch Der Meerjungfrauen: Bd. 2. Hamburg: Klopp, 2010.
Gurney, Stella, Zdenko Bašić, Manuel Sumberac. The Adventures of Pinocchio. London: Carlton, 2011.
Bašić, Zdenko. Sjeverozapadni vjetar. Zagreb: Planetopija, 2011.
King, Caro,  Zdenko Bašić. Seven Sorcers. New York : Aladdin, 2011.
Poe, Edgar A, Zdenko Bašić, Manuel Sumberac. Steampunk Poe. Philadelphia, PA: RP Teens, 2011. 
Phillips, Marita, Zdenko Bašić, Manuel Sumberac. The Dream Dealer. London, UK:Neve Press, 2011.
Bašić, Zdenko, Manuel Sumberac. Steampunk: Frankenstein. Running Pr Book Pub, 2012. 
Gurney, Stella, Zdenko Bašić, Manuel Sumberac. Snow White. London: Carlton, 2012.


Filmografia

Bašić, Zdenko. Snow Story. Zagreb Film. 2006.
Filkovic, Filip. Zdenko. Posao. Pidgeonhead. 2006
Bašić, Zdenko. Guliver. I.F.A. Infine. 2009.


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Intervista con Zdenko Bašić, parte prima: Possibilità di chiarezza nell'illustrazione e nell'animazione.

Da molto tempo avevo programmato d'intervistare Zdenko Bašić... praticamente da quando ho iniziato questo blog... In qualche maniera, poi, altri argomenti e altre persone sono entrati nella vita di questa creatura digitale chiamata Body Pixel...
Durante l'edizione di quest'anno del Animafest — World Festival of Animated Film Zdenko è stato catturato nei quartieri del festival e è stato interrogato riguardo al suo crimine: illustrazione e animazione. Il verdetto è stato proclamato: condanna a vita da scontare nella parte più profonda della terra fatata con l'obbligo di lavorare e fare solo animazioni e illustrazioni. La sentenza d'esecuzione inizia ora!

Ciao Zdenko! Il tuo interesse per l'animazione e l'illustrazione è iniziato con l'interesse dello studio dei materiali, delle stoffe e della fotografia? Quando è iniziato, forse nell'infanzia?
Quest'interesse è certamente iniziato durante la mia infanzia, ero molto attratto dalla consistenza e dai diversi tipi di materiali come tutti i bambini. Ero abbastanza interessato alle marionette e ai materiali naturali. Ho passato tutta l'infanzia a giocare nel bosco e vicino al lago.
Quindi, questo tipo di tangibilità è sempre stato importante per me, poi la concretezza e il modo di accatastare le cose. Questa è la ragione per cui uso elementi di collages nella mia tecnica. Mi piace molto giocare con diverse tecniche e poi le sistemo in maniera tale da dargli una certa uniformità, ricreando una sorta di nuovo mondo.

Quali sono i tuoi materiali preferiti?
Il legno, la stoffa... um, come puoi vedere mi piace tutto quello che ha qualcosa di naturale e qualcosa di storico. Mi piacciono quei materiali che hanno la possibilità di essere disintegrati e anche la possibilità di essere riutilizzati per ulteriori creazioni. Quindi tutto ciò che rientra nei processi naturali.

Poi sei entrato alla scuola d'arte... e anche questo ha avuto un forte impatto, vero?
Certo, poi è venuta la grafica. Perché la grafica dà spazio non solo al mio segno personale ma anche al segno della tecnica stessa. La grafica non può essere assolutamente controllata, è sempre presente un momento di coincidenza, e mi piace per questo. Dunque, la tecnica stessa può dare la propria impronta.

Come è rientrata la fotografia in tutto questo processo?
La fotografia può essere vista nel mio lavoro come supplemento, uno schema; perché io in realtà cammino molto nel bosco e nella natura, così catturo quei momenti che m'interessano. Momenti che sono stati menzionati in qualche idea che io cerco di sviluppare. Così, comincio a tagliare parti dalle mie fotografie, abbozzando e risistemando quello che rimane per ottenere in qualche modo un lavoro nuovo e tutto mio.

Oh, capisco, la usi come uno strumento perché sei interessato alla transitorietà di materiali, e la fotografia potrebbe essere solo un grande strumento per catturare le cose che per qualche ragione hai bisogno di registrare. L'unica questione che mi rimane, possiamo coglierlo?
Esattamente! L'animazione è un ulteriore passo  per catturare non solo il momento ma anche il tempo. L'animazione, certamente, gestisce il tempo — l'inizio, l'intermezzo e la fine. Questo è lo spazio-tempo con cui puoi esprimere te stesso. Puoi anche manipolare questo tempo, perché il tempo non deve essere reale come quello in cui viviamo e percepiamo. Ma può essere accelerato, cosa che trovo molto affascinante. Sono molto interessato a questo lasso di tempo e alla pixelization.

Ok, ora hai aperto un altro aspetto, e questo funziona con il computer e con i mezzi digitali... Dunque,  cos'è questo slittamento dalle cose naturali e tangibili a mezzi che richiedono ore e ore di rendering e di rielaborazione delle sequenze...
Dunque, in un certo modo io non li vedo separati... credo di aver potenziato l'intero discorso. Non mi approccio al computer come se fosse una sorta di sistema chiuso, ma come uno strumento che posso usare per il mio lavoro. Dunque, non mi interessa la tecnica che uso in quel momento, ma l'idea. Quello che voglio dire è la cosa più importante, indipendentemente dalla tecnica che uso... Quindi uso tutte le tecniche al fine di catturare il filo e l'idea nei miei pensieri.

Che programma usi?
Uso per lo più Adobe Photoshop e After Effects. Per Gulliver ho collaborato con Manuel [Manuel Sumberac] che è un artista che lavora in 3d. E' bastato un semplice click  e ciascuno di noi aveva potenziato le idee dell'altro, lui ha dovuto inserire le marionette che avevo creato in uno spazio virtuale.

Quant'è importante la storia per te? Il tuo lavoro potrebbe essere definito come un lavoro da "cantastorie"?
Sì, è qualcosa che ho ereditato dalla mia infanzia. Ero per tutto il tempo circondato da storie; i miei nonni mi raccontavano favole. Infatti, le storia orale è sempre stata qualcosa che mi ha affascinato. Queste persone anziane sanno un sacco di racconti che non sono solo sui loro argomenti, ma più sulle loro esperienze di vita. Di fatto sono più interessato al lato metafisico della storia e lo ritengo molto importante per il mio lavoro.  Credo che siamo tutti dei cantastorie, ma dipende solo da che linguaggio usiamo per raccontarle.

Ti sei mai occupato di fumetti?
Il fumetto come tecnica non è mai stato argomento di mio interesse. lo considero come parte della preparazione per i film animati.

Come uno storyboard...
Sì, cero! Quando vedo un libro a fumetti ho un forte bisogno di convertirlo in forma vitale, in azione. Questa è la parte dei fumetti che non mi soddisfa. Mantengo l'attenzione sulle illustrazioni perché mi piace questa parte nascosta nella storia. L'illustrazione ha un'attribuzione statica nel presentare una sola immagine, un segmento ma ti spinge molto a lasciare l'immaginazione lavorare pienamente.
I fumetti ti suggeriscono, assieme a tutti gli attributi dell'illustrazione, aspetti del tempo e dello spazio. Ho bisogno di qualcosa di più per ottenere l'atmosfera — il tempo che solo con l'animazione è possibile. D'altra parte, alcune volte mi piace mantenere la mia attenzione sulla parte illustrativa usandola come simbolo; oppure vado più a fondo al processo d'animazione.

Allora come descriveresti i tuoi lavori d'illustrazione, dal momento che costantemente hai dovuto inserire il tuo personale freno a mano per trasformare tutto in animazione? Quindi come risolvi questo problema quando lavori alle tue illustrazioni? Per esempio, per andare più a fondo nello spazio o per qualcos'altro?
Beh, sì! Questo è il punto! Sto provando in particolare con quest'immagine a esprimere tutto quello che può offrire, alcune esperienze e impressioni personali. E' un processo interessante perché io non ho bisogno d'inventarmi nuove storie, mi piace riadattare quelle vecchie, quelle che già esistono. Così è come un modo nuovo per guardare vecchie cose. Quando scrivo le mie storie, poi le lascio per un po'. In questa maniera posso far crescere lentamente l'idea, prima le illustrazioni, poi il libro e poi dopo l mio processo di maturazione la storia è finita.

Certo, hai bisogno di tempo pe masticarlo e sputarlo fuori nella forma che più ti piace...
Sì! Questa è la maniera in cui è stato fatto Gulliver. Come progetto, Gulliver esisteva da diverso tempo, l'ho scritto come una storia. Ho fatto molte illustrazioni e provato diverse tecniche e finalmente la storia è venuta su. E' stato semplicemente un momento. Reputo molto importante lasciare una storia venire fuori nell'animazione, ma anche nell'aspetto tecnologico.

traduzione di un'intervista rilasciata da Zdenko Bašić nel 2010 a Deborah Hustic sul sito Body Pixel

Intervista con Zdenko Bašić, parte seconda: Una parola o due sulla materiale tangibilità.

Potresti descrivermi un po' il tuo processo di lavoro quando sei impegnato su alcune illustrazioni e animazioni... Qual è la differenza tra questi due processi?
Non vedo una così grossa differenza tra questi due media, tranne che nell'idea stessa. la questione è se sarò soddisfatto, perché il libro deve occuparsi di una particolare dimensione di tempo continuo. Quando sfogli un libro puoi tornare alle pagine precedenti e così questo è l'elemento che consente di esaminare tutto quello che il libro ha da offrire al lettore/spettatore. Alcune volte riesco a esprimermi attraverso il libro e altre volte ho bisogno di andare a esplorare un po' di più la storia.

Ad esempio con Gulliver, tu hai avuto un lungo periodo per incubare l'idea, ma come appare l'intero processo lavorativo nel suo aspetto pratico?
Per prima cosa, quello che faccio quando la storia sta nascendo è scattare molte fotografie. Fotografo alcuni elementi in cui posso riconoscere l'idea che precedentemente era nella mia testa. Poi lavoro con molta calma sui pupazzi. Non sempre inizio dai pupazzi, ma a seconda dei temi che scopro nel processo. Li uso tutti assieme per costruire ogni cosa, con questa sorta di processo, ogni cosa andrà al suo posto. Questa è la fase in cui si fa lo storyboard, ma durante la preparazione entro lentamente in una completa unità: scoprendo le vie che userò per elaborare la storia, il tempo e il ritmo. Dopo questo, inizio a usare i materiali concreti e i pupazzi. Non so come facciano altri animatori, ma per me lo storyboard deve essere molto preciso in tutti i suoi dettagli. Uso anche tutti i colori e li uso in maniera elaborata, così come la fotografia e i pupazzi. Ogni segmento deve trovarsi lì. Anche i pupazzi, quando li fotografo, devono avere l'aspetto e le dimensioni del risultato finale — e questo è il film. Cerco di essere molto concreto in queste fasi, principalmente per me stesso e poi per tutte le persone con cui collaboro. Nell'animazione è necessario un gruppo di lavoro molto forte e una comprensione completa del tema. L'illustrazione invece ti dà spazio abbastanza per essere te stesso nelle fasi del lavoro al fine di consolidare la storia che vuoi raccontare. Nel mondo dell'animazione devi capire anche le altre persone.

Certo, fare compromessi...
Compromessi e comprensione reciproca, perché quando inviti qualcuno a lavorare con te immediatamente dài la possibilità a questa persona di migliorare il tuo lavoro. In realtà, penso che sia fantastico perché posso distaccarmi da me stesso e anche questa persona si può staccare da sé. In questa maniera possiamo trovare nuove vie di sviluppo.

Hai mai pensato di pubblicare i tuoi storyboard come materiale aggiunto al DVD o come libri di fumetti?
Lo storyboard non sarà pubblicato con il DVD di Gulliver, perché tecnicamente non è realizzato in una maniera che mi piacerebbe presentare insieme al DVD come libretto aggiuntivo. Ma sto riconsiderando l'idea di fare un libretto illustrato come una storia che accompagna il film, ma creato da un'altra prospettiva, e questa sarebbe la prospettiva dei Lillipuziani con una diversa introduzione alla storia.

Oh, è un altro lavoro che va in parallelo...
In realtà, un altro lavoro che vorrebbe raccontare la stessa storia.

Oltre a Tim Burton, quale altro artista ti ha influenzato?
Forse non sono sempre attento se e in che modo avanzato qualcosa mi abbia influenzato. Come per l'animazione, è stato Yuriy Norshteyn e l'animazione russa. Mi piace quella precisione russa e la loro ricerca della finezza e l'atmosfera.
Tim Burton è stata una vera provocazione a livello personale perchè avevo deciso di fare esperimenti con i pupazzi mentre ero ancora al liceo. Quello è stato un periodo in cui ho concentrato la mia attenzione più sul disegno e sull'illustrazione; immediatamente dopo ho sentito che dovevo assolutamente fare qualcosa con la terza dimensione. Naturalmente trovo molto interessante il cinema durante l'Espressionismo tedesco, il Romanticismo in arte e un sacco di cose che non riesco a dire in concreto in questo momento. C'è qualcosa che semplicemente riconosco come qualcosa di personale in questi lavori.

E cosa mi dici della musica e del suono nel tuo lavoro? Il tuo lavoro è piuttosto d'atmosfera, sai...
Certo, la musica è molto importante per me! Potrei dire che la musica è una sorta di seconda parte del film. Per Gulliver ho avuto l'opportunità di collaborare con la compositrice Anita Andreis. Quando ha composto la musica subito dopo sono stato in grado di vedere l'altra parte del mio film che fino allora era stata imperscrutabile persino a me. Dunque, posso dire che poi il film ha preso la sua vera strada. Questo è qualcosa che porta la sua parte nella fase dell'editing, perché nell'animazione la musica è qualcosa che ristabilisce la pace. La reputo un momento degno di nota. La musica è sempre stata la mia ispirazione. Come hai appena detto, riguarda l'atmosfera...

Quali sono le influenze della letteratura?
Le favole! Sono qualcosa su cui ritorno costantemente, ogni volta. In un certo senso, mi capita che i miei incarichi mi ritornino costantemente indietro, così ora sto lavorando a Snow Queen per la terza volta con un nuovo editore e un nuovo approccio all'argomento. Questa cosa mi fa molto felice.

Tu sei ben conosciuto sulla scena internazionale dell'illustrazione e il tuo lavoro è stato riconosciuto da alcuni tra i maggiori editori. E' ovviamente il risultato di un duro lavoro... Potresti dirmi qualcosa sui tuoi esordi?
Certo, ogni cosa è iniziata in maniera del tutto naturale. Avevo un portfolio con i lavori che avevo fatto per degli editori croati quando mi sono laureato all'accademia d'arte. Cosi, un giorno ho deciso di spedirlo a qualche editore internazionale, e poi mi hanno contattato per le loro offerte.

E' molto difficile vivere solo con l'illustrazione per il mercato interno... mi ricordo che il fumettista Esad Ribic mi ha detto qualcosa di simile un paio d'anni fa...
Si può vivere solo facendo illustrazioni, ma è una questione di compromessi, accetteresti i termini offerti dagli editori qui? Ho l'impressione, dovuta alla mia personale esperienza, che gli editori amino sfruttare i giovani illustratori, specialmente per la loro mancanza d'esperienza. Naturalmente ci sono alcune eccezioni ed esistono degli editori molto professionali...

Certo, non esiste la cultura degli affari...
Sì, è molto condizionato alle caratteristiche del nostro giro di lettori, perché non c'è un grosso mercato e queste sono le ragioni che potrebbero essere piuttosto restrittive.

In quale direzione credi di andare nel futuro con le tue animazioni? Cosa ti piacerebbe provare con questo mezzo?
A dire il vero questi elementi 3D iniziano a interessarmi, ma nella maniera in cui offrono una connessione con le tecniche della vecchia scuola, voglio dire le tecniche classiche d'animazione e di pittura. Credo che questo sia un ambito in cui vorrei provare un approccio completamente nuovo. Ho preso l'acquerello come base, ma con inclusi diversi oggetti. Voglio la finezza dell'acquerello e il suo spargersi nell'acqua come parte del processo pittorico e poi renderizzarlo con la tecnica 3D — usando oggetti e la fotografia per ottenere l'impressione della trasparenza e della diffusione. Ma riuscire a trovarla prima che la pittura si asciughi: così, con questo processo posso ottenere qualcosa di nuovo usando un' altra tecnica.

Durante gli anni novanta, il 3D e l'illustrazione sono esplosi... ma poi la gente ha deciso di tornare indietro alle origini e ora c'è molto uso di cose vintage e di elementi fatti a mano nell'illustrazione e nell'animazione... sembra come se le tecniche di scarsa qualità stiano ottenendo nuovamente attenzione e una nuova lettura.
Non credo che abbiano mai perso il loro valore, perlomeno in alcuni giri. E' stato semplicemente molto trendy in un certo periodo. Ho avuto l'impressione che sia stato solo una sorta di bisogno di sperimentazione. Ma le tecniche classiche non si possono perdere. Mi è stato chiesto una volta se il libro stampato si andrà perdendo. Non è possibile, in realtà. Ci sono momenti in cui hai bisogno di un libro e momenti in cui guardi un film.

Sei per caso interessato a cose interattive? Roba per iPhone, iPad e iPod... e piattaforme simili come i tablet... qualcosa che non include esclusivamente l'animazione ma il programmare e così via...
Questo è interessante. Recentemente ho iniziato a guardare l'iPad perché offre la possibilità della grafica più fine, di immagini di alta qualità e dell'interattività. Essenzialmente, quello che trovo interessante è connettere musica, movimenti, impressioni personali e lasciare qualcosa alla terza persona — il pubblico che potrebbe leggere e giocare semplicemente con la propria immaginazione.

Questo è interessante del tuo lavoro... non ti piace finire la storia, ma lasciare almeno una strada al pubblico per offrirgli spazio nella tua immaginazione...
Sì, certo! Questo è molto evidente in Gulliver. Non mi piace finire la storia, mi piace lasciarla in modo che si possano avere nuove interpretazioni e che possano nascere nuove storie.

Hai fatto esperienza come scenografo e costumista per un teatro fantasy...
Sì, lavoro con una troupe teatrale di nome Merlin. Voglio esplorare come diversi materiali, stoffe e i miei pupazzi funzionino nello spazio teatrale. Questo è il mio percorso principale. M'interessa in quale maniera questi materiali funzionino in spazi e condizioni diverse. Che tipo di oggetto e di forma posso ottenere in uno spazio reale? Così sto tornando indietro nuovamente su quello che ho detto all'inizio, la disintegrazione dei materiali e la loro transitorietà.

Zdenko, grazie mille!

traduzione di un'intervista rilasciata da Zdenko Bašić nel 2010 a Deborah Hustic sul sito Body Pixel



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Biografia di Harriet Castor

E' un'autrice inglese nata nel 1970 a Cambridge. E' cresciuta a Leamington Spa con i suoi genitori e con un fratello e due sorelle. Ha sempre avuto la passione per la scrittura e nell'estate del 1982, ancora dodicenne, ha deciso di creare un semplice racconto illustrato su di un gatto. Il racconto è stato immediatamente pubblicato dalla Penguin e il gatto è diventato Fat Puss. Ha frequentato Storia al Girton College a Cambridge. Ha fatto diversi lavori tra cui: insegnare lingua inglese a Praga e tre anni con The Royal Ballet come Benesh Notator. Ha scritto molti libri per ragazzi per la HarperCollins, la A&C Black, la Carlton, la Puffin e per Usborne. Ora fa la scrittrice a tempo pieno e vive a Bristol col marito e due figli.

Alcuni dei titoli pubblicati

Castor, Harriet, Colin West. Fat Puss and Friends. Harmondsworth: Puffin, 1985.
Castor, Harriet, Colin West. Fat Puss on Wheels. London: Viking Kestrel, 1988.
Castor, Harriet, Nepal. Apa Productions, 1991.
Castor, Harriet, Chris Lyon, Sean Wilkinson, Teri Gower. The Usborne Book of Trucks. London: Usborne Pub, 1993.
Young, Caroline, Harriet Castor, Chris Lyon, Sean Wilkinson, Teri Gower, Nick Hawken. The Usborne Book of Machines That Work. Tulsa, Okla: EDC Pub, 1993.
Dixon, Sarah,  Radhi Parekh, Harriet Castor, Christina HopkinsonMap and Maze Puzzles. Usborne Pub, 1993. 
Edom, Helen, Mike Osborne. Starting Soccer. London, Eng: Usborne, 1993. 
Gibson, Ray, Harriet Castor, Maria Wheatley, Norman Young,  Ray Moller. Starting Needlecraft. London: Usborne, 1994.
Everett, Felicity, Teri Gower, Harriet Castor. The Monster Gang. London: Usborne, 1994.
Taylor, J, Harriet Castor. Ogs Discover the Wheel. Usborne, 1994.
Taylor, J, Harriet Castor. Ogs Discover Fire. Usborne, 1994.
Castor, Harriet, Gaby Waters, Michelle Bates.The Usborne Book of Superpuzzles. London, England: Usborne Pub, 1994.
Castor, Harriet. The Dinosaurs Next Door / Harriet: Castor ; Designed by Maria Wheatley. London: Usborne Pub, 1994.
Castor, Harriet, Colin West. Fat Puss and Slimpup. London: Viking, 1994. 
Everett, Felicity, Harriet Castor. Usborne Read-It-Yourself Stories. London: Usborne , 1995.
Taylor, J, Harriet Castor. Ogs Learn to Float. Usborne, 1995.
Castor, Harriet. Joe Powgel Misteries. London: Hodder Children's, 1995.
Castor, Harriet, Terry McKenna. The Wondaglop Plot. London: Hodder Children's, 1995. 
Castor, Harriet, Terry McKenna. Jam Sponge and Sneakers. London: Hodder Children's, 1995.
Castor, Harriet, Louis Vitesse. Mumfie Annual. London: Egmont Books Ltd, 1995.
Castor, Harriet, Christyan Fox. Milly of the Rovers. London: Viking, 1996.
Castor, Harriet, Peter Kent. Elizabeth I. London: Watts, 1996. 
Castor, Harriet, Helena Owen. Anne Frank. London: Watts, 1996.
Castor, Harriet. Pippa on Pointe. London: Hodder Children's Books, 1996.
Castor, Harriet. Ella's Last Dance. London: Hodder Children's Books, 1996.
Castor, Harriet. Sadie's Ballet School Dream. London: Hodder Children's Books, 1996.
Castor, Harriet. Luci in the Spotlight. London: Hodder Children's, 1996.
Castor, Harriet, David McTaggert. Queen Victoria. New York: Watts, 1997.
Castor, Harriet, Sally Holmes. Ballet Stories. New York: Kingfisher, 1997. 
Castor, Harriet, Peter Kent. Wolfgang Amadeus Mozart. New York: Watts, 1997.
Castor, Harriet. Diana, Princess of Wales. London: Watts, 1998.
Castor, Harriet, Nick Ward. Helen Keller. New York: Watts, 1998.
Castor, Harriet, Peter Kent. Guy Fawkes. New York: Watts, 1998.
Castor, Harriet, Christyan Fox. Milly's Golden Goal. London: Puffin, 1998.
Castor, Harriet. Firebird. London: Pan Books, 1998.
Edom, Helen, Mike Osborne, Lesley Sims, Harriet Castor, Norman Young, Chris Cole. Starting Soccer. London, England: Usborne, 1999.
Castor, Harriet, Peter Kent. Henry Viii. London: Franklin Watts, 1999.
Castor, Harriet, Richard Morgan. Cleopatra. London: Watts, 1999.
Castor, Harriet, Martin Remphry. Beatrix Potter. London: Watts, 1999. 
Castor, Harriet, Lynne Willey. Mary Seacole. New York: Franklin Watts, 1999.
Castor, Harriet, Nick Ward. A.a. Milne. London: Watts, 1999. 
Castor, Harriet, Chris Fisher. Ballet Magic. London: Puffin, 1999.
Castor, Harriet, Lynne Willey. Winston Churchill. New York: Watts, 2000.
Castor, Harriet, Peter Kent. Mary Queen of Scots. New York: Watts, 2000.
Castor, Harriet, Peter Kent. William Caxton. London: Watts, 2000.
Castor, Harriet, Beth Willey. Thomas More. London: Franklin Watts, 2000.
Fischel, Emma, Harriet Castor. Florence Nightingale. London: Watts, 2000.
Harper, Piers, Harvey Kidder, Harriet Castor. Chess: Recipe for Fun. Madison, WI: Demco, 2000.
Harper, Piers, Harriet Castor, Harvey Kidder.Discovery Packs of Learning: Intermediate Chess. Madison, WI: Demco, 2000.
Ross, David A, Harriet Castor, David Ross, David Ross, Harriet Castor, Jacqui Thomas, Christyan Fox. The Big Book of Football Stories. London: Viking, 2000.
Castor, Harriet, Martin Remphry. Spilling the Beans on - Making It in the Ballet. Great Bardfield: Miles Kelly, 2001.
Castor, Harriet, Rebecca Treays, N Young. Starting Chess. London: Usborne, 2001
Castor, Harriet. Sleepover Girls Go Dancing. London: Collins, 2001. 
Castor, Harriet. Sleepover Club Ponies. London: Collins, 2002. 
Castor, Harriet, Lesley Sims. The Dinosaurs Next Door. London: Usborne, 2002.
Castor, Harriet, Richard Morgan. John Lennon. London: Watts, 2002.
Castor, Harriet, Lesley Sims. The Incredible Present. London: Usborne, 2002.
Castor, Harriet. Sleepover Girls Go Surfing. London: Collins, 2003.
Punter, Russell, Harriet Castor, Harriet Castor. The Incredible Present. London: Usborne, 2007. 
Castor, Harriet. Dreaming of Eve. London: Pan Books, 2008.
Castor, Harriet. Pony Passion. London: HarperCollins Children's, 2008.
Castor, Harriet. Dance-off! London: HarperCollins Children's, 2008.
Castor, Harriet. Hit the Beach! London: HarperCollins Children's, 2008.
Castor, Harriet, Clive Gifford, Caroline Young,  Andy Burton. The Usborne Book of Big Machines. London: Usborne, 2008.
Castor, Harriet, Chris Lyon, Sean Wilkinson, Teri Gower. Trucks. New York: Scholastic, 2009.
Castor, Harriet, Zdenko Bašić, Lewis Carroll. Lewis Carroll's Alice's Adventures in Wonderland. Hauppauge, NY: Barron's Educational Series, 2010.
Castor, Harriet, Fernando Juarez, Jonathan Swift.Jonathan Swift's Gulliver's Travels. London: Carlton Books Ltd, 2011.
Castor, Harriet, Holly Clifton-Brown. How to Be a Ballerina. London: Carlton Kids, 2011.
Castor, Harriet. VIII. Dorking: Templar, 2011.


Attorno a Harriet Castor. Bibliografia minima.

Lloyd, Sue. Famous Children. Oxford: Oxford University Press, 1998.


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Ciao Harriet, grazie per aver accettato di essere intervistata da noi! Con l'uscita del tuo nuovo libro, VIII, prevista per il primo di ottobre dovresti essere molto impegnata, così apprezziamo molto il fatto che tu abbia preso del tempo per chiacchierare con noi oggi.
E' un piacere. Vi ringrazio molto per avermi invitata.

Il tuo primo libro è stato accettato per la pubblicazione quando avevi dodici anni. Quanti anni avevi quando hai cominciato a scrivere? E come hai fatto a far pubblicare il tuo primo libro?
Ho scritto storie per tutto il tempo che riesco a ricordarmi. Quando ero una ragazzina avevo l'abitudine di fare dei libri con pezzi di carta piegati — cosi come fanno molti  bambini. Avrei voluto scrivere una serie su di un personaggio in particolare e provare a vendere i libri ai miei genitori e ai miei fratelli per 2 penny l'uno. 
Poi, un giorno, durante le vacanze estive, quando ero dodicenne, ho scritto una storia su di un gatto e ho deciso (dal momento che ero annoiata, come tutto il resto, almeno credo, e volevo fare qualcosa di diverso) di spedirlo a un editore. Mia madre era un po' preoccupata, perché sapeva che sarebbe ritornato indietro con una nota di rifiuto, e non voleva che io fossi troppo delusa. La cosa sensazionale è stata che non ritornò mai indietro — è diventato la prima storia in Fat Puss and Friends. Sono stata molto fortunata.

Quali sono i tre consigli che daresti a un giovane aspirante scrittore?
Leggere. Scrivere. Riscrivere. Leggi per il piacere — tutto e niente di quello che ti appassiona. Scrivi il più regolarmente possibile: lo impari sul lavoro, impari scrivendo. Altri scrittori ti possono ispirare, ma solo tu puoi trovare il modo in cui vuoi scrivere. E riscrivere: è estremamente importante. Nessuno scrittore produce la prima bozza perfetta. La strada per fare di un pezzo di scrittura qualcosa di buono è attraverso la riscrittura — la sbozzatura o anche l'eliminazione di interi pezzi e il rimodellamento totale. Hai bisogno di riguardare il tuo scritto con occhi freddi — non dire mai "basta così" se sai, nella tua pancia, che qualcosa non va bene.

Qual è il tuo libro preferito? E chi è il tuo scrittore preferito?
Aargh, che domanda difficile! Mi dispiace ma devo citarne e nominarne più di uno... Diana Wynne Jones ha illuminato la mia infanzia. I suoi libri hanno acceso la mia immaginazione — e continuano a farlo. I romanzi storici di Dorothy Dunnett mi hanno presa quando ero adolescente e ancora non mi hanno lasciata — i sei volumi del suo Lymond Chronicles sono un successo straordinario. Ma se dovessi dire uno scrittore direi Hilary Mantel, e se dovessi dire un libro sarebbe Wolf Hall.

Senza dubbio sembra che tu abbia viaggiato, con il lavoro a Praga e in tour con The Royal Ballet. Qual è stato il posto in cui sei stata che ti ha ispirato di più?
Non sono mai andata in tour con The Royal Ballet, infatti — ho sempre lavorato all'Opera House a Covent Garden (abbastanza stimolante di per sé, in realtà!). Praga avrà sempre un posto speciale nel mio cuore — la prima volta che l'ho visitata è stata con un tour di teatro studentesco nel dicembre del 1989; quasi per caso ci siamo trovati nel bel mezzo della Rivoluzione di Velluto, e stare la è stata l'esperienza più straordinaria che io abbia mai fatto allora. Sapevo che dovevo ritornarci... culturalmente, storicamente e architettonicamente è una città incredibile.

Hai ammesso che fin da quando eri piccola eri ossessionata dai Tudor. Cos'è di quel periodo storico che ha preso la tua immaginazione? 
In realtà è difficile da dire con esattezza — esercita su di me un'attrazione così viscerale e emozionale. Credo che, alla fine, si debba ritornare sulle storie straordinarie  — storie di trionfo e tragedie, di uccisioni e intrighi, sorprendenti atti d'eroismo e tradimenti mozzafiato. Come non amarle?!

Il tuo nuovo libro, VIII, è il primo racconto che scrivi per adolescenti e giovani adulti. Cosa ti ha indotta a scrivere per un pubblico di quell'età e in quale maniera il libro differisce da gli altri tuoi libri?
Non ho deciso di scrivere per giovani adulti — piuttosto, l'idea per VIII è scattata e questo è quello che è stato! E segna, lo so, uno spartiacque nella mia vita. E' la cosa migliore che io abbia mai scritto e ora sento che, nel contesto del lavoro che sto facendo, mi trovo dove ho sempre desiderato di essere. VIII rappresenta un'oscura, intima, psicologica ripresa sul romanzo storico. Quest'approccio mi ha molto affascinata, voglio fare di più...

Il libro è incentrato su un giovane Enrico VIII, un uomo giovane di grosso talento, che si diceva fosse un modello di virtù durante i suoi primi anni di vita, ma che, nonostante questi esordi promettenti ed entusiastici, si trasforma in uno dei "mostri" più denigrati della storia inglese. Ritrarre Enrico VIII come un giovane uomo innocente è piuttosto come raccontare di nuovo parte del nostro patrimonio storico-culturale da un'altra angolazione. Per quale motivo hai scelto di scrivere da questo diverso punto di vista?
Questa è una domanda molto interessante. La ragione per cui ho scritto VIII è stata, esattamente, perché io avevo da dire qualcosa di nuovo su Enrico, malgrado la sua storia sia molto conosciuta. Il fatto è che la parte di storia che noi conosciamo su di lui è solo quella degli ultimi vent'anni della sua vita. Non è nato come tiranno paranoico. Non era neanche nato come erede al trono — era il figlio più giovane, la "ruota di scorta". La sua storia diventa molto diversa — e qualcosa di più interessante, credo — se guardi al suo percorso, nel complesso.

In tre parole come descriveresti il personaggio di Hal [altro nome per Enrico]? E quale reazione ti aspetti dai lettori nei suoi confronti?
Tre parole: Idealistico, carismatico, insicuro.
M'intrigherebbe molto sapere come reagiranno i miei lettori di fronte a lui! Spero che si identifichino molto con lui — la storia è raccontata in prima persona proprio per questa ragione. Identificarsi con lui è semplice quando è un ragazzo amabile, impetuoso e affascinante... ma cosa accade quando la sua ricerca di gloria lo fa scivolare, centimetro dopo centimetro, verso il maligno? Il fatto è che lui non può vederlo mentre accade. Pensa sempre di fare la cosa giusta. Non vedo l'ora di conoscere il responso dei lettori!

Perché hai scelto di scrivere questo racconto col nome di H.M Castor?
In parte, perché segna il fatto che è una nuova avventura per me — è un tipo di romanzo che non ho mai scritto precedentemente. E in parte perché mi chiedevo se alcuni lettori di sesso maschile potessero avere meno probabilità di prendere in considerazione un libro scritto da una donna. Forse proprio per un libro sui Tudor — il romanzo storico sui Tudor è spesso romantico, e non è così in VIII. Non volevo che fosse fatta alcuna ipotesi.

Non solo scrivi romanzi ma scrivi anche molti libri educativi. Hai delle preferenze sui generi in cui scrivi? E quant'è differente l'approccio che usi per entrambi?
Mi piacciono tutti e due i generi, e coinvolgono dei processi creativi molto diversi, così anche il contrasto stesso può essere molto divertente. L'approccio è completamente diverso. Scrivere VIII è stato come scavare nel mio intimo con un cucchiaio. Scrivere libri educativi è più un processo cerebrale. 

Bene, ecco la domanda che facciamo a tutti! Sul nostro sito World of Books.com  ci siamo dedicati a offrire al pubblico libri usati di buona qualità. Procurandoci grosse quantità di libri da enti di beneficenza, siamo in grado anche di supportare la loro causa, inviando spesso libri ai paesi in via di sviluppo e recentemente nelle caserme del Regno Unito. Ricicliamo ogni libro che non riusciamo a vendere; solamente lo scorso anno abbiamo impedito che 12.500 tonnellate di rifiuti finissero nelle discariche. In un mondo con una continua crescita di mezzi digitali, di preoccupazioni ambientali, credi nell'importanza di dare a ciascun libro fisico l'opportunità di una nuova casa?
Assolutamente, e in realtà sono una vostra cliente online abituale! Spesso cerco libri fuori stampa e voi siete un'ottima risorsa per me. Grazie per tutto il vostro fantastico lavoro, qui e all'estero. 

traduzione di un'intervista rilasciata da Harriet Castor il 26 settembre 2011 sul sito World of Books.com

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